Racconto 1

Adelina, tutto intero senza storpiature. Così l’aveva chiamata papà ogni giorno della sua vita.

Era sempre difficile l’anniversario della morte di suo padre. Era stato un esempio virtuoso e le aveva insegnato a darsi da fare per guadagnarsi da vivere onestamente e a credere in se stessa.

“Quest’ultima cosa non gli è riuscita particolarmente bene, in realtà” si disse mentre, abbracciandosi le gambe rannicchiata sulla sedia della cucina, sorseggiava solitaria la sua tisana.

Lina era l’ultima ad andare a letto e la prima a svegliarsi: le serviva del tempo per stare un po’con se stessa e coi suoi pensieri. Cosa che non si rivelava sempre una buona idea, perché a volte il filo dei ragionamenti la conduceva nelle lande della memoria e dei ricordi, rendendola mesta e nostalgica.

Come ogni sera aveva già predisposto tutto per la colazione del giorno dopo: la tazza verde e quella gialla, i tovagliolini sui piattini piegati in maniera ordinata con gli angoli a sinistra, il cucchiaino a destra. Tre fette biscottate per Roby, quattro biscotti per Leo. La marmellata di fragole, il bricco per il latte. Ogni cosa aveva il suo posto preciso, ogni giorno uguale. La tavola, osservata dall’alto, pareva un quadro perfetto nelle sue armoniche simmetrie e gradazioni di colore.

Viveva sempre male l’anniversario della morte del padre

 “3, 2, 1… driiiinn: si va in scena!” dopo un’ultima carezza al morbido pelo chiazzato di Bellatrix, si avviò verso la camera dei bambini. Con i gesti sicuri della consuetudine, come in un aggraziato balletto, Lina si avvicinò ai letti dei gemelli: “Giorno Leo, giorno Roby! Forza e coraggio che ce la faremo anche oggi!”. Un bacio a testa, e si girò verso la finestra per alzare le tapparelle: “fino a poco fa pioveva, ma ora il sole sta spuntando. Dai che fra qualche giorno iniziano le vacanze!”. Estrasse con attenzione gli abiti dell’uno e dell’altro dall’armadio, deponendoli sui letti in una fila ordinata: le mutande ben piegate, la canottiera, i calzini, i pantaloni e la maglietta. “Su, che facciamo tardi! In bagno a lavarsi!”, e così dicendo abbracciò i suoi bimbi come una mamma anatra protegge i propri cuccioli sotto le sue ali, spingendoli poi verso il bagno, mentre lei tornava in cucina “Che buon profumo di caffè!” disse Luca affacciandosi in cucina “Ne è rimasto anche per me? Stamattina ne ho proprio bisogno! Come sta Bellatrix?”. Lina prese una tazzina dal pensile, rispondendo al bacio del buongiorno di Luca “Stamattina mi pare vada meglio. Se accompagni tu i ragazzi a scuola, io la porto dal veterinario”.